Un sottile arco sospeso
A Châtillon si incontra un’altra traccia della Via delle Gallie, che qui passava attraverso il ponte sul torrente Marmore, affluente della Dora Baltea. Il ponte ha mantenuto la sua funzione di collegamento stradale per tutto il Medioevo e nei secoli successivi fino al 1691, quando venne distrutto dalle truppe francesi durante la loro ritirata dai territori valdostani.
Il monumento era originariamente costituito da un’unica, considerevole arcata a tutto sesto, di circa 15 m di luce, sostenuta da robuste spalle che, ancora utilizzate dal ponte moderno, poggiano solidamente sulle alte sponde rocciose del torrente adattandosi alla loro forma e alla loro diversa altezza. Sono costruite in opus quadratum ovvero in blocchi regolari e squadrati di pietra locale, disposti in filari sovrapposti e saldamente connessi. Il ponte era formato nello spessore da nove archi, che si saldavano gli uni con gli altri: i cinque composti da cunei di pietra si alternavano ai quattro realizzati in muratura a sacco. Si sono conservati solo alcuni elementi dell’arco della testata settentrionale e il successivo arco, costituito da 59 cunei disposti in senso radiale. Sulla superficie dei blocchi sono ancora visibili tracce delle attività di cantiere, come i piccoli incavi per fissare le tenaglie con cui le pietre venivano sollevate e messe in opera.
La sede stradale, che non si è conservata, doveva avere una lunghezza corrispondente a 4,60 m ed era protetta da parapetti ampi all’incirca 0,60 m.
Nella parte sommitale del ponte erano presenti anche alcune strutture sovrastanti il piano viario, quali un portico con cinque archi e un ambiente superiore, che sono però da riferirsi all’epoca medievale.
Dell’imponente struttura sopravvive oggi solo un filare di pietre dell’intradosso del ponte, un sottile arco che appare miracolosamente sospeso.